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Sabato, 03 Marzo 2018 23:00

Patamu incontra Noemi Carta In evidenza

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Incontriamo Noemi Carta, giovane cantante ed arpista italiana, che insieme ad un gruppo di musicisti e compositori rivisita le atmosfere celtiche presenti nel suo ultimo lavoro "Aurora".

Ciao Noemi! Un saluto da tutto lo staff di Patamu! Come hai iniziato ad avvicinarti all’arpa?

L’arpa celtica è sempre stata nei miei sogni, tra quelli più difficili da realizzare. Fino a quando, nel luglio 2001, ho avuto l’occasione di sfiorare l’arpa di Vincenzo Zitello alla fine di un suo concerto al lago del Miage. Che emozione! Sei mesi dopo, incredibilmente, è iniziato un corso di arpa celtica ad Aosta. E così, con i primi preziosissimi insegnamenti di Fabius Constable e con grandissima gioia, è iniziata questa meravigliosa avventura.

Nella tua musica c’è un dichiarato riferimento alla cultura celtica, ma anche ai racconti magici del nord Europa, quando è nata questa passione?

Anch’io ho vissuto la riscoperta della cultura celtica che c’è stata negli anni ’90 in Italia. Mi affascinavano in particolar modo le leggende e le sonorità, si percepiva un mondo magico… mi lasciavo trasportare da “La Magia dell’Arpa Celtica” di Patrick Ball o da “La Renaissance de la harpe celtique” di Alan Stivell e le sonorità di Loreena McKennit mi intrigavano. Per anni, con la mia arpa, ho accompagnato musicalmente le conferenze di Giorgio Miramonti sulle tradizioni celtiche e così sempre più mi sono addentrata tra “Boschi impenetrabili, cupe foreste popolate di suoni e bisbigli, colline misteriose che celano arcani segreti e tesori nascosti… dove vivevano i Celti, popolo libero che aveva un profondo legame con la Natura” e, insieme a Giorgio e agli altri amici del Clan del Lupo abbiamo realizzato libri su Samhain - l’odierno Halloween - scritto l’Agenda Celtica, contribuito in Valle di Lozio al primo re-innalzamento di un menhir sull’intero arco alpino, e insieme ogni anno lo sacralizziamo con i bambini delle scuole dell’intera Valle… Una bella passione condivisa.

I suoni tradizionali e le atmosfere presenti nell’album ci suggeriscono da subito un’atmosfera da fiaba. E’ un modo per evadere dalla realtà dei nostri tempi frenetici?

Sì è musica decisamente rilassante. Se ti lasci avvolgere ti porta in un “altro mondo”. Più che un’evasione vorrei che aiutasse a rallentare i ritmi folli che incalzano le nostre giornate. Mi piace ricordare e credere che sia più umano vivere con ritmi più in sintonia con quelli della Natura. Sì dài! spegniamo luci, televisori, tablet e computer... accendiamo una candela e ascoltiamo un po’ di musica, raccontiamo una storia ai nostri bambini o trascorriamo una serata in compagnia di amici!

Vivi ad Aosta, luogo di confine e di montagne. Ma sei anche artisticamente vicina alla Sardegna. Quali realtà hanno influenzato maggiormente la tua musica?

Sono nata in Sardegna e ho vissuto nel cuore della Barbagia fino ai tredici anni. Ricordo ancora le emozioni vissute durante le feste popolari, i canti religiosi e anche la dolce voce di mia mamma quando cantava in casa. Ogni volta che torno in Sardegna, a casa mia, a trovare i cari parenti, cambia anche la frequenza del mio respiro… Terra antica e magica… un ritorno alle mie origini… Per questo ho voluto inserire in “Aurora” un brano tradizionale sardo che vive nei miei ricordi.
Ora vivo in Valle d’Aosta, la Terra dei Giganti dormienti che hanno ispirato il brano su cui sto lavorando attualmente. E, quando posso, adoro passeggiare silenziosamente, tra ruscelli e laghi, e nei Boschi che hanno ispirato “Sogni”.

Quanto è stato importante l’incontro con gli altri musicisti del “Clan del Lupo” per il progetto di Aurora?

Il Clan del Lupo è una famiglia, formata da cari amici che vivono su tutto l’arco alpino. Periodicamente ci incontriamo per il piacere di condividere racconti, musica, banchetti e dolci risate. Insieme realizziamo vari progetti e “Aurora” racchiude il vissuto di anni trascorsi insieme. Ho comunque collaborato anche con musicisti che non fanno parte del Clan del Lupo ma che ho particolarmente apprezzato musicalmente e sapevo che mi avrebbero aiutata a creare l’atmosfera che desideravo per “Aurora”.

Dalla dimensione del sogno torniamo all’attualità: come vivi la tecnologia da musicista e da persona del xxi secolo?

Ci convivo e ne apprezzo le agevolazioni. D’altronde non avrei potuto trovare neanche il mondo di Patamu! E realizzare “Aurora” sarebbe stato decisamente troppo complicato. Ma quando la tecnologia diventa troppo incalzante e protagonista allora spengo tutto e accendo una candela…!

Quali progetti ti piacerebbe realizzare in futuro?

Mi piacerebbe realizzare un album con le cover di alcuni dei miei brani preferiti: tra Loreena Mckennit e Davide Van De Sfroos, Fabrizio de André e Angelo Branduardi, Lingalad, The Doors, Anna RF…
In seguito un altro di racconti legati al filone arturiano. Nel mentre mi piacerebbe sperimentare, con l’arpa celtica elettrica, un po’ di blues… sì, nei sarei felicissima!

Letto 4369 volte Ultima modifica il Martedì, 27 Febbraio 2018 12:06

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Video Noemi Carta Noemi Carta / YouTube
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