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Sabato, 23 Aprile 2016 08:43

Lettera aperta al Ministro Franceschini: perché è ora di abolire il monopolio della SIAE

Scritto da  Adriano Bonforti
Lettera aperta al Ministro Franceschini per abolire il monopolio SIAE Lettera aperta al Ministro Franceschini per abolire il monopolio SIAE Adriano Bonforti - Fondatore di Patamu.com

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Per sostenere la nostra campagna: 
Qui puoi firmare e condividere la nostra petizione per abolire il monopolio SIAE. 
Qui puoi firmare e condividere la lettera aperta del fondatore di Patamu al Ministro Franceschini. Grazie! 


 


Gentile Ministro Franceschini,

sono Adriano Bonforti, fondatore della startup Innovaetica, che gestisce la piattaforma Patamu.com per la tutela degli artisti e delle loro opere d'arte.
Sono anche il promotore di una petizione per l'abolizione del monopolio SIAE che fino ad oggi ha raccolto 18.000 firme, ed in cui potrà leggere le ragioni per cui io ed gli altri firmatari riteniamo che mantenere in piedi il monopolio SIAE oggi non abbia più senso.
Ho ascoltato la sua audizione del 30 Marzo scorso presso le Commissioni riunite Cultura e Politiche UE, ed ho avuto modo di apprezzarne alcuni punti in particolare, come la sua attenzione alla tutela del diritto d'autore, ed in particolar modo alla tutela dei diritti dei giovani.
Per questo motivo, essendo il fondatore di una piattaforma che ad oggi conta quasi 10.000 artisti iscritti (di cui la maggior parte sotto i 35 anni) che hanno già depositato 25.000 opere, chiedo che anche i loro diritti vengano tutelati, ed anche la loro voce venga ascoltata, visto che hanno scelto di affidarsi ad una realtà diversa rispetto alla SIAE.

Ci sono invece parti del suo intervento che non condivido, e ne ho parlato recentemente in una conferenza alla Camera dei deputati ( in questo articolo del blog di Patamu può trovare sia il video della conferenza che alcune riflessioni scritte).

In particolare non condivido il punto in cui giustifica il suo cambio di posizione sull'abolizione del monopolio SIAE dicendo che per riunirsi in consorzi internazionali che possano affrontare con maggiore efficacia gli stakeholder digitali è necessario mantenere il monopolio. In realtà i consorzi sono costituiti per la maggior parte de società che non operano in regime di monopolio. Inoltre, viene citata come esempio di monopolio "di fatto" (che è comunque diverso dal monopolio per legge imposto in Italia, caso praticamente unico in Europa) la tedesca GEMA. In realtà, in Germania esiste anche la C3S, una collecting composta da autori Creative Commons che hanno deciso di essere rappresentati da un'altra realtà rispoetto alla GEMA ed hanno potuto farlo.

Non comprendo inoltre come il decreto attuativo per recepire in Italia la direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier possa contenere un comma (comma l) che è svilente nei confronti dei diritti dei giovani artisti, prevedendo "forme di riduzione o esenzione dalla corresponsione dei diritti d'autore e di diritti connessi riconosciute a organizzatori di spettacoli dal vivo con meno di 100 partecipanti, ovvero con giovani esordienti [...]". L'effetto finale di questo comma non è quello di prendere atto dell'inadeguatezza della SIAE nell'effettuare in modo trasparente (sia per il gestore che per gli artisti) una giusta riscossione dei diritti d'autore anche per i più giovani, ma quello di equiparare effettivamente il diritto d'autore ad una tassa per i gestori, da abolire in alcuni casi. Questo comma ottiene dunque esattamente il risultato opposto rispetto a quanto auspicato sia da Lei che dai membri delle Commissioni durante l'audizione: non spinge la SIAE a cambiare, e toglie diritti ai più deboli.
Il problema a mio parere non è il pagamento in sé, ma il metodo farraginoso e poco trasparente della SIAE, che trattiene sempre una quota molto grande (e poco chiara) di quanto richiesto ai gestori. Invece un pagamento dei diritti a forfait, trasparente, e versato in gran parte ai giovani artisti manterrebbe i costi bassi e chiari per i gestori, e manterrebbe intatto il diritto dei giovani artisti a ricevere il compenso, o di rinunciarvi solo se sono loro a sceglierlo (ad esempio per eventi di beneficenza).
Infine, una questione che tocca personalmente il progetto Patamu. La direttiva Barnier prevede anche l'esistenza delle Società di Gestione Indipendente, delle società che pur avendo scopo di lucro possono rappresentare gli artisti per la riscossione dei loro diritti. Patamu (gestita dalla startup Innovaetica) sarebbe ovviamente una perfetta candidata: è una società nata in Italia a cui sono stati riconosciuti i titoli di "società innovativa" e "società a vocazione sociale", con quasi 10.000 artisti.
Purtroppo però ci viene impedito di operare in competizione con la SIAE per far valere i diritti dei nostri artisti, pur avendo le tecnologie ed il know how per farlo. Ma il paradosso incredibile è che dal resto di Europa si può competere con la SIAE, e ci sono delle società che lo stanno già facendo. Quindi Patamu si trova nella condizione paradossale di essere l'unica realtà a non poter competere con la SIAE nonostante (o forse proprio perché) è stata l'unica a credere nel Paese. Questa situazione è in totale violazione delle normative sul libero mercato europeo (stiamo parlando di società, non di enti, quindi la sentenza della Corte di Giustizia UE del 27 Febbraio 2014 non è pertinente).

Una piccola parentesi personale: ero ricercatore scientifico in sistemi complessi all'estero, ed ho lasciato il dottorato per potermi dedicare a tempo pieno a questo progetto, che ho voluto fortemente essere un progetto italiano e stabilito in Italia, nonostante io fossi già residente all'estero.

Alla luce di quanto scritto, le chiedo di permettere ai nostri artisti di poter essere rappresentati e tutelati pienamente dal nostro progetto, e di permettere al nostro progetto di agire liberamente in competizione con la SIAE per dimostrare che una piccola realtà italiana può essere di gran lunga migliore della SIAE.
D'altra parte la petizione per abolire il monopolio SIAE che lanciai in sordina un anno fa ha raccolto ad oggi 18.000 firme, e continua a raccoglierle anche oggi. Segno che esiste un diffuso malcontento verso la SIAE, che non tutela e rappresenta tutti gli artisti come dice di fare.

Spero di poterla incontrare dal vivo per parlarne.
Se questa situazione non verrà risolta in tempi rapidissimi, per non soccombere ad un mercato falsato e per per poter far valere i nostri diritti e quelli dei nostri artisti non avremo altra strada da percorrere se non la disobbedienza civile, o il trasferimento all'estero della società.

Grazie,
Adriano Bonforti - Fondatore di Patamu.com (Innovaetica)

Letto 4784 volte Ultima modifica il Martedì, 17 Gennaio 2017 16:29

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