La SIAE vuole che per qualunque tipo di musica eseguita in un live, sempre e comunque, si compili un bordero'. Questo può essere comprensibile quando gli artisti coinvolti od i brani eseguiti sono tutelati dalla SIAE. Ma in base a quale legge e a quale regolamento per le esecuzioni di musiche di autori non iscritti alla SIAE si è comunque tenuti alla compilazione del borderò (ed a versare un compenso economico alla SIAE), anche se, appunto, eseguono brani non tutelati?
La nostra conclusione è che non emerge da nessuna legge specifica l'obbligo a pagare o compilare il borderò quando si esegue musica di artisti non iscritti alla SIAE. Non solo: quando la SIAE rimanda, sul suo sito, a dei riferimenti normativi per giustificare l'obbligo per tutti di pagare il borderò, fa riferimento all'articolo 175 della legge n. 633 del 22 aprile 1941 sul diritto d'autore, ovvero il diritto demaniale, che è stato integralmente abrogato. Se avrete la pazienza di seguirci - come diceva Marcorè-Alberto Angela - in questo articolo vi spiegheremo per filo e per segno come siamo arrivati a questa conclusione.
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La SIAE vuole che chiunque si esibisca in un live, sempre e comunque, compili un bordero'. Questo può essere comprensibile quando gli artisti coinvolti od i brani eseguiti sono tutelati dalla SIAE. Ma in base a quale legge e a quale regolamento gli autori non iscritti alla SIAE sono comunque tenuti alla compilazione del borderò, anche se eseguono brani non tutelati? Inoltre, da quali norme sono regolamentati gli obblighi degli autori non iscritti alla SIAE? Andrea Caovini, musicista ed autore di questo articolo, invece di accettare passivamente quanto affermato dalla SIAE, ha cercato di chiedere conto di certi obblighi che sembrano più scaturiti da una sorta di status quo (ovvero: si deve fare così perché tutti fanno così) più che da un preciso riferimento normativo. E anche se la battaglia è lungi dall'essere terminata e la verità in merito non ancora emersa, o forse proprio per questo, noi di Patamu abbiamo deciso di chiedere ad Andrea di scrivere un articolo per noi, per dare voce nel nostro blog a queste istanze, assolutamente coincidenti con la filosofia di Patamu di emancipare e rendere consapevoli gli artisti riguardo ai loro diritti ed agli abusi di cui spesso sono fatti oggetto. Buona lettura e buoni commenti.
Il contrassegno SIAE, detto informalmente bollino, va purtroppo ancora oggi apposto su tutti i supporti contenenti opere di ingegno e d'arte, e il fatto che queste opere siano depositate in SIAE o meno non fa alcuna differenza. Queste le bad news. Tuttavia, e qui arrivano le good news, i prezzi cambiano drasticamente a seconda del fatto che si sia o meno iscritti alla SIAE. Chi è iscritto SIAE paga, per stampare 1000 copie di un CD in vendita a 20 euro, circa 1700 euro. Mentre, udite udite, chi non è iscritto SIAE paga, per lo stesso numero di copie, solo 30 euro. Abbiamo però ricevuto numerosissime segnalazioni di tentativi di vendere a non iscritti SIAE bollini in "versione costosa", addirittura paventando come necessaria l'iscrizione alla SIAE per poter stampare e vendere i propri CD. Ciò è assolutamente falso. Pur essendo i bollini obbligatori per tutti (per ora!), costano molto (ma molto) di meno ai non iscritti. Abbiamo deciso di scrivere questo articolo per fare chiarezza, informarvi sui vostri diritti, ed evitare qualsiasi tipo di abusi da parte di chicchessia. Prendete, leggete e diffondete! ;)