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Martedì, 04 Febbraio 2014 02:00

L'Europa obbliga la #SIAE ad adottare le licenze #CreativeCommons by @Patamu_ita In evidenza

Scritto da  Adriano Bonforti
European Musical Flag - Created by Adriano Bonforti. Feel free to distribute, share and modify, under CC by-nc-sa (Attribution-NonCommercial-ShareAlike) licence terms of use. European Musical Flag - Created by Adriano Bonforti. Feel free to distribute, share and modify, under CC by-nc-sa (Attribution-NonCommercial-ShareAlike) licence terms of use.

Oggi 4 Febbraio 2014 il Parlamento Europeo approverà in via definitiva la Direttiva del Parlamento e Consiglio Europeo su gestione collettiva di diritto d'autore e diritti connessi, e licenziamento multi-territoriale dei diritti nei lavori musicali per gli usi on-line all'interno del mercato unico (Collective management of copyright and related rights and multi-territorial licensing of rights in musical works for online uses in the internal market). 
La proposta di legge è molto interessante e merita di essere approfondita sotto vari punti di vista, qui ne evidenziamo uno in particolare: l'obbligo da parte delle SGC (le società di gestione collettive come ad esempio la SIAE) di permettere ai propri autori l'utilizzo delle licenze Creative Commons con opzione NC (Non Commerciale)L'intervento della relatrice Marielle Gallo al parlamento europeo è previsto alle ore 15.30 di oggi, e lo si potrà ascoltare in tempo reale da questo link. La stessa relatrice ne ha dato notizia con un tweet: "Long live the music TODAY: #EPlenary votes for EU-wide online music services."

Come fa notare Paul Keller nel Weblog di Creative Commons, uno dei punti più interessanti della proposta di legge sta nel fatto che, dopo la sua approvazione, le Società di Gestione Collettiva Europee (SGC), compresa dunque la SIAE(!), dovranno permettere ai propri iscritti l'uso delle licenze Creative Commons. 
La proposta di direttiva recita infatti: "per quanto riguarda gli  usi non-commerciali, gli Stati Membri dovranno garantire che le società di gestione collettiva prendano i passi necessari per far sì che i propri iscritti possano esercitare il diritto di garantire licenze per questo tipo di uso." 
(Frase originale: "As far as non-commercial uses are concerned, Member States should provide that collective management organisations take the necessary steps to ensure that their rightholders can exercise the right to grant licences for such uses.")

Detto in parole povere, un iscritto SIAE potrà decidere di rilasciare una delle proprie opere in licenza Creative Commons con opzione Non-Commerciale, senza per questo rinunciare alla riscossione dei diritti per tutte le altre opere o per gli utilizzi commerciali dell'opera rilasciata in Creative Commons.

Perché è così importante?

Uno dei punti che mi trova più critico nei confronti della SIAE è il fatto che un autore, una volta iscrittosi alla SIAE, è obbligato a depositare in SIAE tutte le opere da lui scritte, ed è inoltre impossibilitato a scegliere la licenza di distribuzione più adeguata a quella particolare opera, giacché la SIAE permette l'utilizzo delle opere depositate solo sotto i dettami del copyright tradizionale duro e puro.

Questo vuol dire, ad esempio, che se un autore si iscrivesse alla SIAE per la necessità di riscuotere diritti d'autore sul passaggio televisivo di una propria musica, sarebbe obbligato a passare anche tutto resto del proprio repertorio in SIAE, trovandosi quindi impossibilitato a rilasciare in Creative Commons una qualsivoglia delle proprie composizioni.
Il punto non è banale perché in questo modo è impossibile, da parte di un autore, rinunciare alla riscossione dei diritti d'autore anche nelle esecuzioni per beneficenza da lui sostenute, approvate e magari addirittura promosse.

Ricordo il caso di un famoso musicista italiano che pochi anni fa, dopo il terremoto dell'Emilia Romagna e Lombardia, organizzò con altri importanti autori del panorama italiano l'incisione di un CD per sostenere moralmente ed economicamente chi era stato colpito dal terremoto. L'iniziativa era estremamente lodevole: tutti i proventi della vendita sono stati raccolti per beneficenza su Banca Etica, le tracce del CD sono state incise e remixate a chilometro zero usando studi vicini agli artisti, per non incidere con costi di spostamento, le etichette ed associazioni che distribuivano in CD non trattarono nessuna percentuale da questo progetto. Unico neo: non fu possibile per nessuno degli artisti (tutti associati SIAE) rinunciare alla riscossione dei diritti d'autore, proprio a causa della rigidezza della SIAE. La SIAE impedisce infatti tassativamente agli autori associati di rinunciare alla riscossione dei diritti d'autore, anche in caso di utilizzo non commerciale dell'opera.
Questo cambierà finalmente da oggi, grazie alla  nuova legge Europea, obbligando le società di gestione collettiva a permettere ai propri associati di decidere indipendentemente. (Per una panoramica su tutti i punti critici della SIAE, consiglio la lettura dell'articolo "La SIAE tutela davvero gli autori?" nel Blog di Patamu).


Alla proposta di legge, già approvata nel testo definitivo, manca solo un ultimo voto (che si terrà proprio oggi e che dovrebbe essere pura formalità) per entrare in vigore. L'unico problema potrebbe essere, come spesso accade in Italia, il divario temporale tra l'approvazione della legge al livello europeo ed i tempi di ricezione della stessa in Italia.

Come fare  dunque nel mentre? In realtà ci sono varie strade, neanche troppo complesse.
Come prima cosa, ricordiamo che per chi voglia tutelare la paternità della propria opera senza passare per la SIAE e non abbia come principale interesse la riscossione indiretta delle royalties, l'iscrizione a Patamu e l'utilizzo del nostro motore di marcatura resta un'alternativa validissima, anche perché non pone alcuna esclusiva (è possibile depositare le opere da noi e poi depositarle da altre parti, incluse le SGC). In caso di utilizzo con lucro l'autore potrà sempre accordarsi direttamente con l'utilizzatore per concedere l'autorizzazione.
Per chi invece avesse bisogno da subito di depositare opere e riscuotere diritti d'autore su parte del proprio repertorio attraverso l'intermediazione indiretta di una SGC (magari perché l'utilizzo dell'opera è troppo vasto per poter gestire autonomamente il rilascio di autorizzazioni di utilizzo in caso di scopo con lucro), ma lasciandone un'altra parte libera in caso di utilizzo non commerciale, basta guardare all'Europa. Ricordiamo infatti che Creative Commons ha avviato da tempo dei progetti pilota con alcune Collecting Societies europee in Olanda, Danimarca e Francia, per cui iscrivendosi a queste Collecting Societies (ed anche gli autori italiani possono farlo) si può già oggi decidere di rilasciare alcune opere in una delle licenze Creative Commons con opzione NC. Questo vuol dire che la Società di Gestione collettiva in questione gestirà la riscossione dei diritti d'autore solo nei casi in cui l'opera in questione venisse utilizzata da terzi a scopo di lucro. Qui trovate una mappa con costi e numero di iscritti di alcune società di gestione collettiva europee, divise in "Creative Commons friendly" e tradizionali.


Resta tuttavia un punto critico: immaginiamo che io decida, ad esempio, di iscrivermi alla SGC francese SACEM, che partecipa a questo progetto pilota, e che decida di rilasciare una delle mie opere in licenza CC BY-NC-ND. Che succederebbe a questo punto se la mia opera venisse utilizzata dagli organizzatori di un concerto di beneficenza (dunque rispettando i termini dell'opzione NC) in Italia, senza dunque compilare alcun borderò? Purtroppo, infatti, sul territorio italiano è la SIAE a gestire i diritti d'autore degli autori SACEM; e la SIAE non fa alcuna distinzione tra utilizzo commerciale ed utilizzo non commerciale. Arriveremmo dunque al paradosso in cui la SIAE, vedendo l'opera nell'archivio delle opere da lei amministrate, tenterebbe di fare una multa agli organizzatori, che utilizzando l'opera secondo i termini CC BY-ND-ND. Ovviamente in questo caso sarebbe la SIAE a stare dalla parte del torto, in quanto gli organizzatori stanno rispettando le condizioni richieste dall'autore e dalla SGC originaria (la SACEM), mentre la SIAE starebbe implementando in maniera scorretta ed inadeguata il controllo "demandato" per conto della SACEM sul territorio italiano. Quindi, in attesa che la proposta diventi legge e venga recepita, proponiamo esplicitamente di "hackerare" il sistema in questo modo, iscrivendosi cioé ad una delle SGC facenti parte del progetto pilota Creative Commons, rilasciando alcune delle musiche in CC con opzione NC (dichiarandolo ovviamente alla SGC in cui si è depositata l'opera) e lasciando che sia la SIAE a sbogliarsi da sola la matassa.

Nel blog di Radiostile si parla di un altro esempio lampante di questo tipo di paradosso "multiterritoriale e multilicenza". Stiamo approfondendo la questione. Ad ogni modo, la strada è ormai segnata, verso un futuro più aperto e libero. L'appuntamento con questo futuro è oggi stesso, al Parlamento Europeo.

Se qualche musicista tra voi avesse deciso di farsi un nuovo tatuaggio, quella di oggi potrebbe essere una buona data: la data in cui l'Europa ha obbligato la SIAE e tutte le altre collecting societies europee a permettere l'utilizzo, da parte dei propri iscritti, delle licenze libere Creative Commons.


Adriano Bonforti

 


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Letto 45493 volte Ultima modifica il Martedì, 24 Marzo 2015 23:37
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